mercoledì 18 maggio 2016

Il “CARTELLO CALCESTRUZZO”, organizzazione criminale di SilviaMaria Guarnieri

Il “CARTELLO CALCESTRUZZO”, organizzazione criminale.
(cartello = manifesto in evidenza, calce = materia prima per costruire, struzzo = animale che nasconde la testa nella sabbia)

Passeggiando nel mio quartiere, alzando gli occhi, mi sono soffermata a guardare un ecomostro. La speculazione edilizia di una “caterva” di appartamenti fu sequestrata perché erano stati realizzati più piani. Ovviamente, il dissequestro fu rapidissimo –come se fosse possibile senza un condono in corso, regolarizzare tonnellate di mc in più…- ed il cantiere è giunto alla vendita degli immobili. Bizzarro il coronamento dell’edificio. Un’architettura residenziale di maioliche e vetro, simil-minimal-tecno, che per coronamento adotta il motivo architettonico delle smerlature fortificate! Un vero e proprio castelletto sopra cubetti anonimi che solo la vegetazione rende tollerabili. Mi sono chiesta perché? La logica di questa difformità stilistica?
Perché la mafia è pacchiana! Questa è la risposta brutalmente vera! Il Cartello Calcestruzzo, organizzazione criminale e mafiosa,  è quindi pacchiano!
L’ignoranza sviluppa il gusto tipico della bassa estrazione sociale, che non è quella contadina, di tutela e rispetto di Madre Natura e della sua bellezza, ma quella che si nutre di altri ecomostri. E’ la firma di Scampia! E’ la firma dello Zen! E’ la firma delle favelas! E’ la firma del disagio sociale e della vendetta sociale!
La smerlatura è la firma della committenza barocca e pacchiana, che ha commissionato l’ecomostro. Strano non trovarci qualche nicchia con santini e madonne, avrebbe fatto “pendant”!
Aveva ragione Peppino Impastato quando raccomandava la bellezza a difesa del Bene. “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.”(P.Impastato)
Ho iniziato un gioco: Trova l’intruso! Osservo le speculazioni e cerco la pacchianata. C’è sempre! Purtroppo è la firma del Cartello Calcestruzzo. Indelebile come un'unghia lunga al mignolo, i capelli di gelatina, le scarpe costose e brutte, i vestiti lucidi, le macchine possenti… sono firme. Slot machine e flipper colorati che viaggiano come astronavi pulsanti per presidiare un terreno conquistato. Conquiste da burini per altrettanti zotici.
Mi dissocio. Il mio rango sociale non mi permette di confondermi. La mia sensibilità e cultura non può esporsi al contagio. Lascio agli zotici l’orrore del cattivo gusto.
Voglio però lanciarvi anche un altro indizio. I secondini della democrazia, la manovalanza del Cartello calcestruzzo, sono altrettanto riconoscibili: hanno una divisa. Sono squallidamente vestiti di completi insignificanti, lisi, fumosi… Il braccio armato del “Cartello calcestruzzo” è la burocrazia gretta, che si veste di squallore per garantire la slot machine. Uno sciame di blatte che garantiscono e supportano la Bestia.
Non datevi arie. Sempre “zozzi” siete!



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