Con
la logica che i beni pubblici devono dare il massimo profitto si arrivera' o a
svendere tutti gli spazi pubblici al miglior offerente oppure si snatureranno
facendogli perdere la vocazione sociale originaria poiché non redditizia.
Le
istituzioni dovrebbero avere tra gli obiettivi primari quello di creare spazi
sociali deputati a essere presidi contro il degrado sociale.
Dove questi spazi sociali sono stati creati e
"vivono", le istituzioni
avrebbero il "dovere" di preservarli.
Oramai
tanti anni fa il bando dei Punti Verdi Qualità si prefiggeva questo e, in
diversi di questi, le realizzazioni hanno avuto il giusto riconoscimento da
parte dei cittadini.
Oggi
si mette tutto in discussione e le delibere istitutive dei Punti Verdi Qualità
sono ritenute illegittime e si paventa, come soluzione, quella dell’applicazione
del Nuovo Piano Regolatore Generale sancendo, di fatto, la morte di un progetto
che se, quando fu ideato, fosse stato normato adeguatamente, avrebbe potuto
cambiare, in meglio, la vita dei romani.
Quindi
si corre il rischio che spazi vitali nati da un episodio di non legalita'
"giuridica" siano destinati ad essere snaturati.
L’interesse
pubblico dell’amministrazione comunale consiste, così come riportato nella
Delibera 23 del Commissario Tronca, in:
1) appartenenza al patrimonio capitolino delle opere
realizzate ed in corso di realizzazione;
2)
notevole
esposizione economica e finanziaria di Roma Capitale;
3) funzione sociale che tali interventi rappresentano ai fini della riqualificazione delle aree interessate;
4)
possibili
ripercussioni sull’ordine pubblico conseguente alla chiusura di attività nelle quali operano oltre mille operatori e le strutture ludiche e
sportive ivi allocate sono utilizzate
da oltre 20.000 utenti;
5)
necessità
di evitare l’insorgere di un contenzioso con i concessionari, che potrebbe determinare per Roma Capitale l’obbligo di risarcimento, senza alcuna certezza in merito all’utilizzo futuro delle opere realizzate
La funzione sociale viene banalizzata nell’importanza
della riqualificazione delle aree interessate.
Singolare definizione.
Mi sarei
aspettato qualche riferimento alla ricaduta sociale della presenza di spazi
attrezzati e sicuri, vitali e aperti ,”luoghi”
positivi, dove far crescere generazioni di cittadini consapevoli che l’ambiente
è un bene primario e che si può “fare socialità” anche,e soprattutto, in periferie degradate
E’ chiarissimo,
da ciò che riporto della Delibera di Tronca, che della vita di spazi di
socialità non interessa nulla a nessuno. Si parla di compendi immobiliari e di
interessi economico/finanziari.
Saranno sanati
gli abusi, si ristabilirà una legalità “giuridica” e “luoghi” pensati con un
raro esempio di lungimiranza politica verranno, per far quadrare i conti,
snaturati e privati dell’importanza sociale e considerati solo come un
investimento che deve produrre profitti.
E’ mai possibile
che in questa città la politica abbia raggiunto questo livello così basso
oppure è proprio la politica che vuole che questo accada?
Non voglio
pensare che tutto questo faccia parte di un disegno mirante a ridurre al minimo
quegli spazi di socialità che qualcuno ritiene pericolosi.
Pericolosi perché
qualcuno potrebbe “pensare”.
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