mercoledì 19 ottobre 2016

RIFLESSIONI N°64 - Considerazioni per riflettere....

Considerazioni:
·         Il parere dell'ANAC è molto chiaro: tutte le procedure dei PVQ sono nulle. Che cosa sta facendo l'Ufficio di Roma Capitale per risolvere la situazione? chi risponde del rischio per l'apertura al pubblico di strutture non collaudate? sono stati segnalati alla Procura della Repubblica i profili di rilievo penale evidenziati? 
·         E tutto questo senza voler considerare gli aspetti dei rapporti con le banche che l'ANAC ha solo sfiorato denunciando la mancanza di "ogni forma di approvazione o asseverazione dei piani economico- finanziari dei lavori.
·         In un suo intervento alla Commissione ambiente del giungo scorso l'allora Assessore Sabella denunciò il rischio che alcuni dei mutui fossero usurari: qualcuno ha fatto le necessarie verifiche? che esito hanno dato? Il reato di tasso usurario non decade, a differenza dei reati di abuso di ufficio!
La situazione non può essere affrontata o risolta come si sta facendo adesso con gli sgomberi di quanti non hanno pagato alcune rate di mutuo: in assenza di procedure per individuare i nuovi concessionari, le strutture costruite saranno abbandonate e diventeranno presto terra di nessuno (v. Città del Rugby a Spinaceto) e Roma Capitale dovrà lo stesso rimborsare le banche.
Qual è l'operatore economico che sarà disposto a subentrare accollandosi le rate di mutuo non pagate con il rischio di un lungo contenzioso giudiziario con il concessionario "sgomberato" e, soprattutto, con i "risvolti penali" per la violazione di norme urbanistiche ed edilizie? Ed infine, la recessione di un contratto prevede anche la quantificazione delle opere, del dare ed avere. La legge di riferimento è quella dei LL.PP. in quanto il concessionario è Concessionario di Lavori Pubblici, come anche dichiarato dal Tar.

E' necessario un provvedimento legislativo straordinario che consenta di regolarizzare le singole situazioni che sono una diversa dall'altra, al di là di casi di malaffare che vanno perseguiti e puniti.
La revoca per morosità va analizzata alla luce di un quadro di evidenti disparità tra le varie concessioni.
1.      Evidente sproporzione tra superfici profit e non profit penalizzanti coloro che hanno oltre i 10 ettari da manutenere. L’assunto che grandi estensioni possono godere di “economie di scala”. Già folle all’inizio (due soli p.v.q. sono oltre i 10 ettari, gli altri non arrivano a 3 ettari!) si è dimostrato falso in seguito con il notevole aumento del costo dei carburanti, dell’energia elettrica e delle spese di guardiania.
2.      Evidente sproporzione tra i concessionari della prima convenzione con le banche e i secondi. Degli 11 revocati, infatti, ben 10 sono della prima convenzione. Solo due pvq hanno avuto la “grazia” del passaggio alla seconda convenzione. Uno perché in situazione falimentare di emergenza, l’altro una nota Multisala!
3.      Evidente disparità tra chi ha applicato lo “spirito originario” del bando e chi lo ha “forzato”.
L’ottusità degli uffici che mai hanno voluto ascoltare chi denunciava per tempo la necessità di una doverosa rinegoziazione del piano di ammortamento del mutuo ha portato alla situazione odierna. Una corretta applicazione dell’art.143 comma 8 e 8 bis della legge 163/2006 avrebbe messo in sicurezza il sistema.
Leggere oggi che i Pvq morosi vengono considerati “compendi immobiliari” lascia sgomenti.
Con la Delibera TRONCA i virtuosi sono coloro che pagano. Peccato che non si analizzi perché riescono a pagare (attività commerciali non previste nel bando, poco o nessun verde da manutenere, contratto con la seconda convenzione conveniente…)
Per i “VIRTUOSI PERCHE’ PAGANO (SENZA ANALIZZARE PERCHE’ PAGANO!)” si istituisce una “CONFERENZA DEI SERVIZI INTERNA” al fine di individuare eventuali  procedure  per  la   regolarizzazione  sotto  il  profilo  edilizio,  urbanistico     ed amministrativo. In pratica si stabilisce che per loro c’è INTERESSE PUBBLICO, ossia l’interesse è esclusivamente relativo al pagamento delle  rate di mutuo. Vengono premiati i fortunati della seconda convenzione e i furbi che hanno forzato o tradito la delibera istitutiva dei PVQ.

Per coloro sottoposti a revoca nessuna speranza, anzi la beffa che verranno individuati nuovi concessionari ai quali si applicheranno nuovi strumenti urbanistici, si parla di complessi immobiliari relegando il verde ad appendicolo insignificante, e quindi, se tra questi c’è chi ha perseguito gli scopi originari del Bando dove l’INTERESSE PUBBLICO era predominante e l’utile per l’Amministrazione erano i SERVIZI PUBBLICI per la cittadinanza, si smembra tutto in nome di un superiore interesse a non far fronte ai propri impegni.
Viene introdotta la categoria dei “FESSI CHE CI HANNO CREDUTO CHE SI POTESSE AVERE UN INTERLOCUTORE NELL’AMMINISTRAZIONE” dove viene riconosciuto di fatto il principio che la fanno franca i furbi, i disonesti e i fortunati.

Chi non fa parte di queste categorie verrà disintegrato poichè troppo difficile affrontare il problema. Poco importa se si disintegrano parchi che sono stati e sono aggregazione sociale, benessere, etica, legalità…
Dopo questo enorme sfregio all’intelligenza umana e alla giustizia, il Pvq revocato verrà spezzettato, privato della sua anima e cementificato perchè I “FESSI CHE CI HANNO CREDUTO CHE SI POTESSE AVERE UN INTERLOCUTORE NELL’AMMINISTRAZIONE” sono stati irrimediabilmente condannati in nome di un giustizialismo sordo e cieco che non è stato capace di differenziare e comprendere e che, magari, copre atti di “MALA GESTIO AMMINISTRATIVA”.

Sempre con la Delibera Tronca, ciliegina sulla torta, si applicano i parametri del NPRG, che all’Art. 85 del NPRG prevede:
a)      Verde pubblico (parchi naturali, giardini ed aree per il gioco dei ragazzi e dei bambini e per il tempo libero degli adulti: eventualmente attrezzati con chioschi, punti di ristoro, servizi igienici, con esclusione del verde pubblico di arredo stradale; orti urbani sociali, secondo la definizione di cui all’art. 75, comma 1, nota 14, in misura non superiore al 5%);
b)       Verde sportivo (impianti sportivi coperti e scoperti);
- ET:  0,05 mq/mq per il verde pubblico; 0,25 mq/mq per il verde sportivo

Per fare un esempio: Parco della Madonnetta sono mq 213.000, di cui mq 156.000 destinazione Verde Pubblico e mq 57.000 di Verde Sportivo.
Giochiamo:
(156.000 x 0,05) = 7.800 + 14.250 = (57.000 x 0,25) = 22.050 (ventiduemilacinquanta) mq!!! - mq 6.700 già costruiti = mq 15.350 (quindicimilatrecentocinquanta)
Nel caso di altri PVQ, con l’aumento della possibilità di costruire, si sanano in automatico gli abusi edilizi (che sono stati motivo e possibilità di lucro!). Si allarga la legge per sanare gli abusi!

Conclusioni:
 La questione dei Punti Verdi Qualità deve essere affrontata con strumenti eccezionali altrimenti il rischio è davvero grande per l’Amministrazione, per i concessionari, per i lavoratori e, soprattutto, per i cittadini.

Venendo al Parco della Madonnetta:
1.      Ho fatto 3 denunce penali, un esposto alla Corte dei Conti,un ricorso al TAR….
2.      Il rischio concessorio non è, almeno nel mio caso, assolutamente in carico esclusivo all’amministrazione comunale visto che:
·         La società che rappresento ha investito -su un quadro economico generale di 11.700.000€- ben 4.000.000€ e in piu’ a oggi ha pagato di interessi di ammortamento e preammortamento altri 2.000.000€
·         Dal 2007 chiedo di passare alla seconda convenzione… invano!
·         Dal 2007 chiedo il riequilibrio del Piano Economico Finanziario che poi con i mondiali di nuoto (il X municipio ha avuto il maggior numero di impianti e realizzazioni cfr. Sciacalli di Corrado Zunino) del 2009 salta anche nei parametri e nei dati.
·         La sentenza del Tar Lazio  N°03817/2014 statuisce che la concessione è “concessione di lavori pubblici” e quindi riconosce il diritto soggettivo al riequilibrio del piano economico/finanziario. Dal 2014 il Comune non si è mai voluto occupare del riequilibrio!
·         La Concessione col Comune di Roma presenta delle clausole vessatorie riconoscendo al Comune di Roma un canone annuo per le strutture costruite dalla concessionaria e oneri per la manutenzione del verde, totalmente a carico della società concessionaria… il canone è la metà degli oneri manutentivi.
3.      Tutti gli stati di avanzamento lavori sono stati certificati dalla Commissione di Vigilanza della quale facevano parte tecnici comunali e dirigenti delle banche finanziatrici. I prezzi presenti nel capitolato facevano riferimento al prezzario della Regione Lazio e Tariffario Comune di Roma allora vigente e si sono spesi SOLO 11.700.000€ a fronte di un valore odierno di almeno il triplo… Sarebbe anche il caso di quantificare i costi di routine per la realizzazione del verde da parte del Comune… si sarebbe speso il quadruplo!!!
4.      Se veramente esistono illeciti vanno perseguite le persone che se ne sono macchiate. Se illeciti sono stati fatti la maggior parte di essi è stata fatta in danno della società che rappresento. Ricordo di avere, unico concessionario, nel marzo del 2011 denunciato comportamenti illegittimi da parte dell’allora Responsabile Unico del Provvedimento Arch Stefano Volpe che poi nel marzo del 2012 verrà arrestato dalla Guardia di Finanza per vari reati e che ha, oggi, un processo pendente.
5.      Il Parco della Madonnetta è costituito da 21(ventuno!) ettari di verde dei quali ben 17(diciassette!) a fruizione pubblica, piantumati con migliaia di essenze a oggi bosco. Le attività commerciali si limitano sui previsti 6.700 mq. a circa 800 mq. con il resto destinato ad attività sportive, asili e parco giochi.
6.      La società che rappresento chiede inascoltata dal 31/12/2008 il collaudo delle opere ma poiché detto collaudo è a spese dell’amministrazione  comunale mai è stato effettuato.
7.      La società che rappresento è tra quelle alle quali è stata revocata la concessione/convenzione per la quale è stato presentato ricorso al Tar del Lazio che mette in evidenza che:
·         nel 2002 firmo un contratto di mutuo con il Credito Sportivo con tassi che oggi appaiono del tutto fuori mercato se non addirittura usurari. Non ho avuto la possibilità di ricontrattarli;
·         nel 2006 è approvata una nuova convenzione con le banche che prevedeva un allungamento dei mutui a 20 anni. Chiedo, inascoltato, di poterne usufruire;
·         sono stato costretto a sottoscrivere una fideiussione con la Società Italiana Cauzioni, ora Atradius, che non garantiva nulla e nessuno ma che mi è costata decine di migliaia di euro;
·         con le trattenute operate sui finanziamenti erogati al Parco della Madonnetta (€ 450.000) è stato pagato il debito di qualche altro concessionario inadempiente;
·         nel 2009, con i Mondiali di Nuoto, il Comune autorizza la costruzione di nuovi impianti sportivi (alcuni di grandi dimensioni) che sono andati a pescare nel nostro stesso bacino d'utenza, mettendoci in enorme difficoltà fino al punto di costringerci a chiudere la piscina, nostro vanto, presso la quale, tra l'altro, sono state organizzate ben 2 edizioni dei Campionati Italiani di nuoto a squadre del Comitato Italiano Paraolimpico;
·         la crisi economica del paese ha ridotto drasticamente le risorse da spendere per lo sport  e il loisir;
·         denuncio anche alla Ragioneria del Comune che il tasso applicato sul nostro mutuo con il Credito Sportivo è superiore al tasso soglia, ma mai abbiamo potuto ricontrattarlo e siamo stati costretti a rivolgerci alla magistratura.
·         il silenzio e l'inazione del Comune proseguono nonostante il TAR abbia riconosciuto, come già esposto, il mio diritto soggettivo in quanto concessionario di lavori pubblici ad ottenere ed eventualmente ottenere il riequilibrio del piano economico finanziario.

Il Parco della Madonnetta è l’unico pvq di 21 ettari, quarto parco di Roma, realizzazione sociale ed esempio di virtuosismo… era troppo diverso dagli altri ed andava massacrato!
Dal 2007 che chiedo di essere ascoltato e rispettato.
I cittadini, invece, ne hanno compreso lo spirito e hanno apprezzato la realtà, tanto ad scriversi una proposta di Delibera di Iniziativa Popolare atta a preservarne lo spirit e la sostanza del Parco. Dodicimila cittadini l’hanno sottoscritta in soli 20 giorni!
Se finalmente, si volesse differenziare è lo strumento base su cui discutere.


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