Considerazioni:
·
Il parere dell'ANAC è molto chiaro: tutte le
procedure dei PVQ sono nulle. Che cosa sta facendo l'Ufficio di Roma Capitale
per risolvere la situazione? chi risponde del rischio per l'apertura al
pubblico di strutture non collaudate? sono stati segnalati alla Procura della
Repubblica i profili di rilievo penale evidenziati?
·
E tutto questo senza voler considerare gli
aspetti dei rapporti con le banche che l'ANAC ha solo sfiorato denunciando la
mancanza di "ogni forma di
approvazione o asseverazione dei piani economico- finanziari dei lavori.
·
In un suo intervento alla Commissione ambiente
del giungo scorso l'allora Assessore Sabella denunciò il rischio che alcuni dei
mutui fossero usurari: qualcuno ha fatto le necessarie verifiche? che esito
hanno dato? Il reato di tasso usurario non decade, a differenza dei reati di
abuso di ufficio!
La situazione non può essere affrontata o risolta
come si sta facendo adesso con gli sgomberi di quanti non hanno pagato alcune
rate di mutuo: in assenza di procedure per individuare i nuovi concessionari,
le strutture costruite saranno abbandonate e diventeranno presto terra di
nessuno (v. Città del Rugby a Spinaceto) e Roma Capitale dovrà lo stesso
rimborsare le banche.
Qual è l'operatore economico che sarà disposto a
subentrare accollandosi le rate di mutuo non pagate con il rischio di un lungo
contenzioso giudiziario con il concessionario "sgomberato" e, soprattutto, con i "risvolti penali" per la violazione di norme urbanistiche ed
edilizie? Ed infine, la recessione di un contratto prevede anche la
quantificazione delle opere, del dare ed avere. La legge di riferimento è
quella dei LL.PP. in quanto il concessionario è Concessionario di Lavori
Pubblici, come anche dichiarato dal Tar.
E' necessario un provvedimento legislativo straordinario
che consenta di regolarizzare le singole situazioni che sono una diversa
dall'altra, al di là di casi di malaffare che vanno perseguiti e puniti.
La
revoca per morosità va analizzata alla luce di un quadro di evidenti disparità
tra le varie concessioni.
1. Evidente sproporzione tra superfici profit e non
profit penalizzanti coloro che hanno oltre i 10 ettari da manutenere. L’assunto
che grandi estensioni possono godere di “economie di scala”. Già folle
all’inizio (due soli p.v.q. sono oltre i 10 ettari, gli altri non arrivano a 3
ettari!) si è dimostrato falso in seguito con il notevole aumento del costo dei
carburanti, dell’energia elettrica e delle spese di guardiania.
2.
Evidente
sproporzione tra i concessionari della prima convenzione con le banche e i
secondi. Degli 11 revocati, infatti, ben 10 sono della prima convenzione. Solo
due pvq hanno avuto la “grazia” del passaggio alla seconda convenzione. Uno
perché in situazione falimentare di emergenza, l’altro una nota Multisala!
3. Evidente disparità tra chi ha applicato lo “spirito
originario” del bando e chi lo ha “forzato”.
L’ottusità
degli uffici che mai hanno voluto ascoltare chi denunciava per tempo la
necessità di una doverosa rinegoziazione del piano di ammortamento del mutuo ha
portato alla situazione odierna. Una corretta applicazione dell’art.143 comma 8
e 8 bis della legge 163/2006 avrebbe messo in sicurezza il sistema.
Leggere
oggi che i Pvq morosi vengono considerati “compendi
immobiliari” lascia sgomenti.
Con la Delibera TRONCA i virtuosi sono coloro che pagano. Peccato
che non si analizzi perché riescono a pagare (attività commerciali non previste
nel bando, poco o nessun verde da manutenere, contratto con la seconda
convenzione conveniente…)
Per i “VIRTUOSI PERCHE’ PAGANO (SENZA ANALIZZARE PERCHE’ PAGANO!)”
si istituisce una “CONFERENZA DEI SERVIZI INTERNA” al fine di
individuare eventuali procedure per la regolarizzazione
sotto il profilo
edilizio, urbanistico ed amministrativo. In pratica si
stabilisce che per loro c’è INTERESSE
PUBBLICO, ossia l’interesse è
esclusivamente relativo al pagamento delle
rate di mutuo. Vengono premiati i fortunati della seconda convenzione e
i furbi che hanno forzato o tradito la delibera istitutiva dei PVQ.
Per coloro sottoposti a revoca nessuna speranza, anzi la beffa che
verranno individuati nuovi concessionari ai quali si applicheranno nuovi
strumenti urbanistici, si parla di complessi immobiliari relegando il verde ad
appendicolo insignificante, e quindi, se tra questi c’è chi ha perseguito gli scopi
originari del Bando dove l’INTERESSE PUBBLICO era predominante e l’utile per
l’Amministrazione erano i SERVIZI PUBBLICI per la cittadinanza, si smembra tutto in nome di un superiore interesse a non far fronte
ai propri impegni.
Viene introdotta la categoria dei “FESSI CHE CI HANNO CREDUTO CHE SI
POTESSE AVERE UN INTERLOCUTORE NELL’AMMINISTRAZIONE” dove viene riconosciuto di fatto
il principio che la fanno franca i furbi, i disonesti e i fortunati.
Chi non fa parte di queste categorie verrà disintegrato
poichè troppo difficile affrontare il problema. Poco importa se si disintegrano
parchi che sono stati e sono aggregazione sociale, benessere, etica, legalità…
Dopo questo enorme sfregio all’intelligenza
umana e alla giustizia, il Pvq revocato verrà spezzettato, privato della sua
anima e cementificato perchè I “FESSI
CHE CI HANNO CREDUTO CHE SI POTESSE AVERE UN INTERLOCUTORE NELL’AMMINISTRAZIONE”
sono stati irrimediabilmente condannati
in nome di un giustizialismo sordo e cieco che non è stato capace di
differenziare e comprendere e che, magari, copre atti di “MALA GESTIO AMMINISTRATIVA”.
Sempre con la Delibera Tronca, ciliegina
sulla torta, si applicano i parametri del NPRG, che all’Art.
85 del NPRG prevede:
a) Verde pubblico (parchi naturali, giardini ed aree per
il gioco dei ragazzi e dei bambini e per il tempo libero degli adulti:
eventualmente attrezzati con chioschi, punti di ristoro, servizi igienici, con
esclusione del verde pubblico di arredo stradale; orti urbani sociali, secondo
la definizione di cui all’art. 75, comma 1, nota 14, in misura non superiore al
5%);
b) Verde sportivo
(impianti sportivi coperti e scoperti);
-
ET: 0,05 mq/mq
per il verde pubblico; 0,25 mq/mq
per il verde sportivo
Per fare un esempio: Parco della Madonnetta sono mq 213.000, di cui mq 156.000 destinazione
Verde Pubblico e mq 57.000 di Verde Sportivo.
Giochiamo:
(156.000 x 0,05) = 7.800 +
14.250 = (57.000 x 0,25) = 22.050 (ventiduemilacinquanta) mq!!! - mq 6.700 già costruiti
= mq 15.350 (quindicimilatrecentocinquanta)
Nel caso di altri PVQ, con l’aumento della possibilità
di costruire, si sanano in automatico gli abusi edilizi (che sono stati motivo
e possibilità di lucro!). Si allarga la legge per sanare gli abusi!
Conclusioni:
La questione dei Punti
Verdi Qualità deve essere
affrontata con strumenti eccezionali altrimenti il rischio è davvero grande per
l’Amministrazione, per i concessionari, per i lavoratori e, soprattutto, per i
cittadini.
Venendo al Parco della Madonnetta:
1.
Ho fatto 3
denunce penali, un esposto alla Corte dei Conti,un ricorso al TAR….
2.
Il rischio
concessorio non è, almeno nel mio caso, assolutamente in carico esclusivo
all’amministrazione comunale visto che:
·
La società che
rappresento ha investito -su un quadro economico generale di 11.700.000€- ben
4.000.000€ e in piu’ a oggi ha pagato di interessi di ammortamento e
preammortamento altri 2.000.000€
·
Dal 2007 chiedo
di passare alla seconda convenzione… invano!
·
Dal 2007 chiedo
il riequilibrio del Piano Economico Finanziario che poi con i mondiali di nuoto
(il X municipio ha avuto il maggior numero di impianti e realizzazioni cfr.
Sciacalli di Corrado Zunino) del 2009 salta anche nei parametri e nei dati.
·
La sentenza del Tar Lazio N°03817/2014 statuisce che la concessione è
“concessione di lavori pubblici” e quindi riconosce il diritto soggettivo al
riequilibrio del piano economico/finanziario. Dal 2014 il Comune non si è mai voluto occupare del
riequilibrio!
·
La Concessione
col Comune di Roma presenta delle clausole vessatorie riconoscendo al Comune di
Roma un canone annuo per le strutture costruite dalla concessionaria e oneri
per la manutenzione del verde, totalmente a carico della società
concessionaria… il canone è la metà degli oneri manutentivi.
3.
Tutti gli stati di avanzamento lavori sono stati
certificati dalla Commissione di Vigilanza della quale facevano parte tecnici
comunali e dirigenti delle banche finanziatrici. I prezzi presenti nel
capitolato facevano riferimento al prezzario della Regione Lazio e Tariffario
Comune di Roma allora vigente e si sono spesi SOLO 11.700.000€ a fronte di un
valore odierno di almeno il triplo… Sarebbe
anche il caso di quantificare i costi di routine per la realizzazione del verde
da parte del Comune… si sarebbe speso il quadruplo!!!
4.
Se veramente
esistono illeciti vanno perseguite le persone che se ne sono macchiate. Se
illeciti sono stati fatti la maggior parte di essi è stata fatta in danno della
società che rappresento. Ricordo di avere, unico concessionario, nel marzo del
2011 denunciato comportamenti illegittimi da parte dell’allora Responsabile
Unico del Provvedimento Arch Stefano Volpe che poi nel marzo del 2012 verrà
arrestato dalla Guardia di Finanza per vari reati e che ha, oggi, un processo
pendente.
5.
Il Parco della
Madonnetta è costituito da 21(ventuno!) ettari di verde dei quali ben
17(diciassette!) a fruizione pubblica, piantumati con migliaia di essenze a
oggi bosco. Le attività commerciali si limitano sui previsti 6.700 mq. a circa
800 mq. con il resto destinato ad attività sportive, asili e parco giochi.
6.
La società che rappresento chiede inascoltata dal
31/12/2008 il collaudo delle opere ma poiché detto collaudo è a spese
dell’amministrazione comunale mai è
stato effettuato.
7.
La società che
rappresento è tra quelle alle quali è stata revocata la concessione/convenzione
per la quale è stato presentato ricorso al Tar del Lazio che mette in evidenza
che:
·
nel 2002 firmo un contratto di mutuo con il Credito Sportivo con tassi che oggi appaiono del tutto fuori
mercato se non addirittura usurari. Non ho avuto la possibilità di
ricontrattarli;
·
nel 2006 è approvata una nuova convenzione con le banche che
prevedeva un allungamento dei mutui a 20 anni. Chiedo, inascoltato, di poterne
usufruire;
·
sono stato costretto a sottoscrivere una fideiussione con la Società
Italiana Cauzioni, ora Atradius, che non garantiva nulla e nessuno ma che mi è
costata decine di migliaia di euro;
·
con le
trattenute operate sui finanziamenti erogati al Parco della Madonnetta (€
450.000) è stato pagato il debito di qualche altro concessionario inadempiente;
·
nel 2009, con i Mondiali di Nuoto, il Comune autorizza la
costruzione di nuovi impianti sportivi (alcuni di grandi dimensioni) che sono
andati a pescare nel nostro stesso bacino d'utenza, mettendoci in enorme
difficoltà fino al punto di costringerci a chiudere la piscina, nostro vanto,
presso la quale, tra l'altro, sono state organizzate ben 2 edizioni dei
Campionati Italiani di nuoto a squadre del Comitato Italiano Paraolimpico;
·
la crisi economica del paese ha ridotto drasticamente le risorse da
spendere per lo sport e il loisir;
·
denuncio anche alla Ragioneria del Comune che il tasso applicato sul
nostro mutuo con il Credito Sportivo è superiore al tasso soglia, ma mai
abbiamo potuto ricontrattarlo e siamo stati costretti a rivolgerci alla
magistratura.
·
il silenzio e l'inazione del Comune proseguono nonostante il TAR
abbia riconosciuto, come già esposto, il mio diritto soggettivo in quanto
concessionario di lavori pubblici ad ottenere ed eventualmente ottenere il
riequilibrio del piano economico finanziario.
Il Parco della Madonnetta è l’unico
pvq di 21 ettari, quarto parco di Roma, realizzazione sociale ed esempio di
virtuosismo… era troppo diverso dagli altri ed andava massacrato!
Dal 2007 che chiedo di essere
ascoltato e rispettato.
I cittadini, invece, ne hanno
compreso lo spirito e hanno apprezzato la realtà, tanto ad scriversi una
proposta di Delibera di Iniziativa Popolare atta a preservarne lo spirit e la
sostanza del Parco. Dodicimila cittadini l’hanno sottoscritta in soli 20
giorni!
Se finalmente, si volesse
differenziare è lo strumento base su cui discutere.
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